Ora analizziamo come la concorrenza ed il proibizionismo abbiano
influenzato lo sviluppo della canapa per oltre 70 anni.
Per capire come si sia propagata questa reazione a catena,
bisogna fare una doverosa premessa: la canapa è un unico tipo vegetale!
Le specie si differenziano per una serie di fattori, tra i più importanti il contenuto di uno dei principi attivi: il THC. La quantità di THC contenuto in alcune varietà di canapa (erroneamente identificate dal termine “marijuana”) portò a classificare le stesse come sostanze stupefacenti, ma consentì un attacco proibizionistico trasversale ed indistinto.
Dobbiamo spostarci in America per capire come si è arrivati, nel nostro Stato, a coltivarne sempre meno. La miccia della bomba proibizionista venne accesa da William Randolph Hearst editore, imprenditore e politico statunitense, che costruì il suo impero su milioni e milioni di ettari di foresta da legname per produrre la sua carta da giornale.
Con l’avvento della carta canapa, meno costosa della carta estratta dagli alberi grazie ai nuovi macchinari per trattarla, il suo impero era destinato a crollare. Un altro gigante dell’industria minacciato dalla canapa fu Lammot Dupont II. Quest’ultimo, proprietario dell’industria petrolchimica che possedeva i brevetti per la produzione di fibre sintetiche derivate dal petrolio (nylon, orlon, dacron, spugne sintetitche, cellophane, etc…) che magari in presenza della canapa difficilmente avrebbero visto la luce.
Parliamo quindi di due settori largamente presenti su scala mondiale. L’alleato in comune tra i due fu Andrew Mellon, loro finanziatore e ministro del tesoro nel 1930. Mellon iniziò l’opera di disinformazione negli USA, purtroppo ben riuscita, visto che oggi perpetua in tutto il mondo.
Ad oggi, lo Stato italiano condanna l’uso e la detenzione di canapa ludica in quanto è ritenuta una droga leggera. La canapa industriale invece (a basso contenuto di THC), viene di giorno in giorno sempre più utilizzata, coltivata e trasformata. Una vecchia coscienza sta per risvegliarsi, finalmente. Ma tutto questo lo vedremo nell’ultima parte di questo breve excursus sulla pianta.
Scritto da Ilijas Costantini
Biotecnologo e cofondatore Verdesalis